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Johannes Gutenberg-Universität Mainz - JGU

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La politica napoletana fra estremi:

dalla destra alla sinistra,

fra criminalità e successi politici

Indice


1Introduzione. 2

2Napoli: la situazione generale all’inizio degli anni Novanta. 3

2.1Il periodo della destra al potere. 3

2.2Lo scandalo di tangentopoli e l’elezione di Bassolino. 4

3Antonio Bassolino e il suo ruolo nella politica napoletana. 5

3.1Bassolino: cenni biografici5

3.2Bassolino: sindaco di Napoli dal 1993 fino al 2001. 6

3.3Bassolino: Presidente della Regione Campania e commissario straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania tra il 2000 e il 2004. 9

4La situazione attuale. 11

4.1La camorra. 12

4.2Il problema dell’immondizia. 15

5Conclusione. 19

Bibliografia. 20

1      Introduzione


Napoli - una città che polarizza. Di questa città si parla in estremi ed contraddizioni. Già Goethe era affascinato da Napoli. Ispirato da “vedi Napoli e poi mori” diceva pensando a suo padre:


“Und wie man sagt, daß einer, dem ein Gespenst erschienen, nicht wieder froh wird, so konnte man umgekehrt von ihm sagen, daß er nie ganz unglücklich werden konnte, weil er sich immer wieder nach Neapel dachte.“[1]


Guido Ceronetti, scrittore e critico letterario, descrive invece Napoli come uno dei più orribili luoghi in tutta Italia.[2] Questa immagine come luogo poco piacevole si può riscontrare anche oggi, basta pensare alla camorra ed alle montagne di rifiuti che si potevano vedere in televisione all’inizio di quest’anno.


In questa tesina alcuni problemi della città vengono indagati dal punto di vista politico. Questo vuol dire che si cercherà di mettere a fuoco la situazione della città negli ultimi 15 anni e i suoi problemi più gravi. Poi vengono osservati i partiti che hanno formato la politica napoletana, soprattutto la politica della alleanza di sinistra con Antonio Bassolino al suo vertice.

Alla fine vengono illustrato più approfondito due problemi attuali – la camorra e lo smaltimento dell’immondizia – e viene provato di spiegare dove in questi contesti la politica ha avuto successi, ma anche dove ha fallito.


2      Napoli: la situazione generale all’inizio degli anni Novanta


Fin dall’unificazione dell’Italia Napoli faceva parte della periferia ed esisteva un’arretratezza del sud rispetto al nord. I problemi erano numerosi, i più gravi erano forse la mancanza di lavoro, la criminalità che aumentava a dismisura e una infrastruttura desolata con un traffico schiacciante. Inoltre la situazione politica era caratterizzata dalla corruzione del malgoverno e da decisioni politiche sbagliate.

Altri problemi che esistevano erano la speculazione edilizia incontrollata e l’inquinamento ambientale.

Inoltre Napoli era insolvente come prima città italiana con più di 2,5 miliardi di marchi di debiti.


Quali sono le ragioni di questo stato sconcertante e quali partiti e quali politici sono responsabili della situazione della città in questo periodo?


2.1    Il periodo della destra al potere


“Le mani sulla città” è il titolo di un famoso film di Francesco Rosi, della corrente del Neorealismo. Parla del periodo della destra al potere, dei politici corrotti e della speculazione edilizia.

Questo film dell’anno 1963, che sicuramente non dimostra la verità assoluta perché descrive i partiti sotto una luce o troppo positiva o troppo negativa, fa nonostante questo sorgere pensieri più recenti, basti pensare per esempio allo scandalo di tangentopoli del 1993. Fino a questo momento la politica napoletana era una politica dei poteri della destra.

Non è possibile, nell’ambito di questa tesina, illustrare questo periodo in modo dettagliato: dovranno bastare pochi casi per dare un’immagine esemplare.


La politica della destra fra il 1983 e il 1993 era dominata da diversi politici. Alcuni dei personaggi più importanti erano Paolo Cirino Pomicino (Democrazia Cristiana), Antonio Gava (Democrazia Cristiana) e Francesco De Lorenzo (Partito Liberale Italiano). Tutti e tre dopo tangentopoli venivano processati per diversi crimini, per esempio clientelismo, corruzione e associazione mafiosa e camorristica.

Questi esempi dimostrano già che la politica, e non solo quella napoletana, era influenzata dalla criminalità e dalle organizzazioni criminali.

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La citazione seguente mostra abbastanza bene la dimensione della criminalità e anche il collegamento fra organizzazioni criminali e politica:


“Per un politico democristiano non era cosa scandalosa entrare in contatto con un boss, trattare con il suo potere imprenditoriale e militare. I clan erano la prima forza economica del territorio, rifiutare un rapporto con loro sarebbe stato come se un vicesindaco torinese avesse rifiutato un incontro con l’amministratore delegato della FIAT.”[3]


Come già detto, Napoli era dipendente dai contributi dello stato centrale e da un mercato manipolato dai gruppi politici (Democrazia Cristiana e Partito Socialista Italiano), che davano tangenti alle élite corrotte. Questa situazione raggiunse il suo punto cruciale con lo scandalo di tangentopoli. I politici comunali prima menzionati venivano spodestati e nasceva un vuoto politico.


2.2    Lo scandalo di tangentopoli e l’elezione di Bassolino


Come conseguenza di tangentopoli nel dicembre 1993 hanno avuto luogo le elezioni del sindaco. Il candidato della sinistra era Antonio Bassolino (Partito Comunista Italiano), la candidata della destra Alessandra Mussolini (Movimento Sociale Italiano – Destra nazionale), la nipote del Duce.

Gli auspici erano positivi per la sinistra, perché Gava, Pomicino e de Lorenzo venivano denominati come “( .) gli artefici della devastazione morale e materiale della città.”[4] e gli anni del loro potere definiti come “Il passato degli appalti facili, del «partito unico della spesa pubblica», della camorra di Cutolo ( .).”[5]

Ed in effetti Bassolino veniva eletto con il 55,6 % dei voti e diventava forse il personaggio più importante per la politica napoletana fino ad oggi. Dopo più di quarant’anni la sinistra tornava al potere.


3      Antonio Bassolino e il suo ruolo nella politica napoletana


Antonio Bassolino veniva eletto sindaco di Napoli nel 1993. Veniva rieletto quattro anni dopo, nel 1997. Dopo la sua carriera di sindaco non sparì dalla scena della politica regionale, fu invece eletto Presidente della Regione Campania già nel 2001, quando era ancora sindaco. Anche in questa posizione veniva confermato nel 2005. Inoltre era commissario straordinario per l’emergenza dei rifiuti fra il 2000 e il 2004.


Questi dati dimostrano che Bassolino è stato ed è ancora uno degli uomini più potenti e più importanti della politica napoletana.

Per questo motivo il capitolo successivo si occupa di questo personaggio. Dopo una breve biografia, l’accento si porrà sulle sue riforme, soprattutto durante i suoi primi anni da sindaco. Successivamente, si sposterà l’attenzione sul suo periodo come Presidente della Regione Campania e come commissario straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania.


3.1    Bassolino: cenni biografici


Antonio Bassolino è nato ad Afragola, in provincia di Napoli, il 20 marzo 1947. La sua carriera politica comincia presto, già all’età di 17 anni si iscrive al Partito Comunista Italiano. Nel 1970 viene eletto consigliere regionale e dal 1971 sino al 1975 è segretario della federazione di Avellino. Nel 1976 viene nominato segretario della Campania sino al 1983. Nel 1972 entra nel Comitato Centrale del partito e nel 1980 è nominato responsabile della commissione per il Mezzogiorno.

Nel 1993 il partito lo invia a Napoli come commissario della federazione per seguire gli scandali di tangentopoli e viene eletto sindaco nello stesso anno. Viene rieletto quattro anno dopo, nel 1997.

Nell’ottobre di 1998 Massimo D’Alema lo nomina Ministro del Lavoro, ma già nel giugno 1999, dopo l’omicidio del suo consulente giuridico Massimo D’Antona, torna a Napoli.

Nel 2000 si candida alla presidenza della Regione Campania e viene eletto con il 54,3 % dei voti. Cinque anni dopo, nel 2005, viene rieletto. Fra il 2000 e il 2004 è commissario straordinario.


3.2    Bassolino: sindaco di Napoli dal 1993 fino al 2001


Con l’entrata in carica di Bassolino come sindaco iniziava un nuovo capitolo della storia politica napoletana. La sinistra con Bassolino al suo vertice si distanziava rigorosamente dalla destra e prometteva un nuovo inizio politico.

Bassolino era convinto che solo con un rinnovamento profondo della politica comunale si potesse migliorare la situazione di Napoli. Le due colonne principali della sua politica e delle sue riforme erano la trasparenza e la democratizzazione dell’amministrazione una volta corrotta e il miglioramento del tenore di vita. Voleva arrivare al punto in cui i napoletani non avrebbero più dovuto chiedere favori come durante il periodo del clientelismo, ma avrebbero potuto rivendicare i loro diritti.

Ciò si presentava come una sfida, perché egli non aveva quasi nessuna libertà finanziaria. Come già detto, Napoli era insolvente. La domanda che sorgeva era: Che cosa si può fare senza soldi?

I primi provvedimenti realizzati dal governo per questa ragione avevano soprattutto un carattere simbolico, per mostrare ai napoletani che questo nuovo sindaco interveniva rigorosamente contro i mali di prima e migliorava le cose anche senza spendere troppi soldi.

Per dare informazioni al pubblico creava la carica di un nuovo assessore per “il ritorno alla normalità”. Furono licenziati provveditori e dipendenti sotto il sospetto di corruzione e anche gli impiegati della città che mancavano spesso al loro posto di lavoro, che si iscrivevano la mattina e dopo andavano a fare un secondo lavoro o che ricevevano la pensione d’invalidità a torto.

Per inganni di questo genere venivano licenziati più di 3000 impiegati della città.

Più di 500 impiegati venivano trasformati in poliziotti per mostrare al pubblico la presenza del nuovo governo anche nella vita quotidiana. Altri lavoravano come giardinieri, custodi e guardiani di musei. Parchi e giardini venivano ristrutturati e venivano aperti al pubblico. Tutto questo senza spendere nemmeno un Euro.


Un caso fortunato per Bassolino fu che il G7 del 1994 ebbe luogo a Napoli. Roma mise a disposizione circa 9 milioni di Euro. Questi soldi vennero spesi per il recupero di spazio urbano, ovvero la restaurazione degli edifici per il congresso e la restaurazione della Villa Comunale (un parco) e della Piazza del Plebiscito, che finora veniva usata come capolinea degli autobus e parcheggio.

I provvedimenti più importanti per il miglioramento del tenore di vita furono il risanamento e il restauro del centro storico, in altre parole il restauro di edifici e piazze che erano sottoposti alle disposizioni sulla tutela dei beni culturali, lo sbarramento di parti del centro storico al traffico, la creazione di aree verdi ed il risanamento delle case popolari abbandonate.

Fino all’anno 1997 lo stato e la regione avevano messo a disposizione più di 320 milioni di marchi per questo programma di restauro. Bassolino riusciva anche a trovare investitori internazionali, per esempio negli Stati Uniti.

Sullo sfondo dei numerosi progetti di costruzione sorgeva la domanda: come si potevano assegnare incarichi, che finora erano stati influenzati da tangenti e nepotismo? Per garantire la trasparenza degli appalti e per evitare una procedura lunghissima, gli architetti venivano scelti per sorteggio.

In questa situazione un grande problema era anche l’ufficio del catasto. Non si sapeva quali edifici appartenessero alla città e si conosceva solo la metà degli inquilini. Un’ azienda privata metteva ordine in questo caos. I prezzi dell’affitto venivano fissati di nuovo. Di conseguenza, le entrate derivanti da affitti aumentavano da 3 a 40 miliardi di Lire.

L’esempio seguente dimostra abbastanza bene come irrealistici e incredibili fossero prima i prezzi dell’affitto:


“Für eine große Villa mit Meeresblick in Mergellina beispielsweise bezahlt der Presseclub jetzt 30 Millionen Lire monatlich, nachdem er sie jahrelang für 129 000 (ca. 110 DM) bekommen hatte.”[6]



Altri provvedimenti riguardavano il traffico e la vita culturale. Parti del centro storico diventavano zone pedonali; inoltre veniva abolita la pausa di tre ore al pomeriggio.

Bassolino voleva anche rafforzare il trasporto pubblico urbano e suburbano. Inoltre voleva ampliare il sistema delle metropolitane e annettere Napoli alla linea nazionale dell’alta velocità.

Con la campagna “Gira Napoli” riusciva anche a facilitare l’uso dei mezzi pubblici e ridurre il viaggiare senza biglietto (finora 65%). La città vendeva biglietti giornalieri o mensili a prezzi economici. In tre mesi la vendita dei biglietti aumentò dell’ 85%.


Un altro scopo era far rinascere la vita culturale, che finora non si era svolta pubblicamente. La città organizzava eventi con tanta pubblicità, per esempio il fine settimana “Napoli, porte aperte” nel maggio 1994. Per tre giorni i napoletani poterono visitare più di 220 monumenti della città. L’evento “Maggio dei Monumenti” nel 1995 registrò più di un milione di visitatori.

Nello stesso anno, il centro storico di Napoli veniva incluso nel patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.

Napoli diventava di nuovo attraente per il turismo.


I primi anni di Bassolino furono un grande successo. Realizzava tanti progetti e riusciva anche a persuadere i creditori americani per avere a disposizione più soldi per le riforme. Egli diveniva il sindaco più amato dl’Italia e la sua rielezione nel 1997 con il 72,9% dei voti al primo turno sottolineò la sua popolarità. Non erano solo i successi politici a convincere i napoletani: Bassolino sapeva anche come ci si doveva presentare al pubblico.


Un evento simbolico importante che sottolinea il progresso non solo culturale di Napoli, ebbe luogo il 25 aprile 1995, l’anniversario della liberazione dal regime fascista. La “Porta dei Martiri” del Palazzo Serra di Cassano, oggi sede dell’ Istituto per gli Studi Filosofici, veniva aperta. Questa porta era rimasta chiusa per quasi 200 anni in memoria alla rivoluzione di 1799, quando vennero uccisi più di 2000 intellettuali.


Tuttavia, non tutto ebbe esito positivo. Non tutte le riforme e i progetti ebbero grande successo. Il progetto più famoso mai realizzato è sicuramente Bagnoli. La baia di Bagnoli è una zona industriale. Nel 1993 veniva chiusa l’acciaieria dopo 90 anni. Nell’arco di 5 anni Bassolino voleva trasformare questa cloaca d’industria in un grandissimo parco con un centro di ricerca, scuole e asili, e tanto di più.

Finora non è successo quasi niente. Questo è solo un esempio di progetti mai realizzati.


3.3    Bassolino: Presidente della Regione Campania e commissario straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania tra il 2000 e il 2004



Che cosa fece Bassolino che avrebbe potuto compromettere la sua rielezione?


Un esempio di risorse sprecate fu il “call center ambientale fantasma”[8], creato nel 2001 quando Bassolino era commissario straordinario. Per la realizzazione di questo call center Bassolino impiegò 100 lavoratori socialmente utili. La loro funzione era rispondere da un numero verde alle domande dei napoletani. Venivano spesi 3 milioni di euro per circa 4 telefonate al giorno.

Il danno è stato quantificato della Corte dei Conti della Campania in 3 milioni e 200 mila euro, che Bassolino dovrà risarcire.

Altre decisioni illogiche vengono citate nel capitolo seguente, nel contesto del problema dell’immondizia.

In questo contesto, il procuratore Giovandomenico Lepore esprimeva:


“Se fosse intervenuto quando doveva farlo, l’emergenza dei rifiuti non sarebbe arrivata al punto in cui è ora.”[9]


È un’accusa seria e fondata, basti pensare alle tonnellate di rifiuti che da mesi si trovano nelle strade di Napoli. Inoltre, furono svolti diversi procedimenti legali contro Bassolino. Ad esempio, viene processato il 14 maggio 2008 con altri 27, tra cui i vertici della società Impreglio, nel processo della spazzatura. A lui vengono oltre a ciò rimproverate frode, truffa aggravata ai danni dello stato, falso, abuso d’ufficio e violazioni ambientali.


“Per rilanciare l’immagine di Napoli e della Campania, infatti, nel 2004, Bassolino ha speso, per rappresentanza, 962.506 euro e 26 centesimi. Dodici volte più del presidente della Repubblica federale di Germania, Horst Köhler, tre volte più di Formigoni[10].”[11]


Tutte queste accuse, insieme con la crisi attuale, fanno emergere richieste di dimissioni. Non sono solo i “nemici politici” che chiedono la dimissione di Sassolino, come recentemente Berlusconi, che diceva “Bassolino deve lasciare”[12]: anche alcuni alleati vogliono che Bassolino si dimetta, perché temono che faccia perdere voti al Partito Democratico ed ai suoi alleati.

E nelle ultime settimane la situazione si è aggravata. Persone, che pochi mesi fa hanno sostenuto Bassolino, oggi, sullo sfondo delle elezioni in aprile, suggeriscono la dimissione. Walter Veltroni per esempio, che nel luglio 2007 diceva: “Saprà dimostrare la correttezza dei suoi comportamenti”[13] all’inizio di marzo afferma che ”( .) la scelta che farà sarà quella giusta “.[14] Quale scelta vuole, è chiaro!



I prossimi mesi riveleranno se Bassolino sarà condannato, se si dimetterà o se riuscirà a restare in sella.


4      La situazione attuale


La sinistra è ancora al potere. Il sindaco attuale di Napoli è Rosa Russo Iervolino del partito della Margherita, che dal 2007 fa parte del partito democratico. La Iervolino venne eletta nel 2001 con il 52,9 % dei voti e rieletta nel 2006 con il 57% dei voti. Il presidente della regione Campania è Antonio Bassolino.


Anche oggi molti dei problemi menzionati già all’inizio esistono ancora. La disoccupazione è ancora molto alta. Il tasso di disoccupazione giovanile in Campania nel 2006 era 38,8%. Anche la criminalità è molto alta, soprattutto la camorra è responsabile di tanti problemi, spaccio di droga e l’industria falsa per esempio. Lo smaltimento dell’immondizia è un altro problema ormai noto.

Va ancora aggiunto che anche l’amministrazione e le decisioni politiche sono caratterizzate da illogicità, sprechi, contraddizioni e cedimenti ad interessi poco trasparenti.



I media sono pieni di queste notizie. Come già detto, a Bassolino vengono rimproverati diversi crimini, è non solo a lui. Di conseguenza, i giornali degli ultimi mesi erano pieni di richieste di dimissione della Iervolino e di Bassolino.


In seguito gli argomenti della camorra e dello smaltimento dell’immondizia vengono analizzati più approfonditamente. Si cercherà di spiegare perché questi problemi sono così complessi e dove la politica forse ha fallito.


4.1    La camorra


Nel contesto di tangentopoli venivano arrestati alcuni dei più importanti clan-leader della camorra. Inoltre, le riforme di Bassolino portavano più trasparenza e di conseguenza il lavoro diventava più difficile per la camorra. Sembrava un punto di partenza promettente: ma allora perché la camorra esiste ancora oggi ed è ancora così potente? Quanto enormi siano i profitti, quanti omicidi siano stati commessi dalla camorra e quanto incredibilmente larga sia la rete dei clan, lo sanno tutti quelli che hanno letto il libro di Roberto Saviano “Gomorra”.


Non è facile dare una risposta adeguata, data la complessità del fenomeno della camorra.


Una ragione, sicuramente, è che quando Bassolino diventò sindaco nel 1993, la camorra sparì dall’elenco delle priorità. “La ragione sta nel fatto che in quegli anni tutta la sinistra ha sofferto, a dispetto delle apparenze, di un’inadeguata analisi del fenomeno criminale.”[16] Secondo Bassolino e la sinistra, “(…) i clan esistevano in quanto referenti di un potere corrotto.

Eliminata la corruzione politica sarebbe sparita la camorra.”[17] Questa valutazione dimostra bene da una parte l’ ingenuità già menzionata della camorra, dall’altra un’ ingenuità contro gli esseri umani. Ci saranno sempre persone che faranno tutto per avere più soldi o più potere. E collaborare con la camorra può aiutare ad ottenere queste cose.

Il sociologo Amato Lamberti, che Bassolino ha preso con se nel governo, parla anche di un’altra ragione: la visibilità. Si cercava di dare un’ immagine positiva, cioè di presentarsi ad occhi esterni sotto una buona luce. Un “Osservatorio sulla camorra e sull’illegalità” sicuramente avrebbe potuto nuocere all’immagine di Napoli e a quella del Sud in generale, perché immagini di questo tipo sono sempre diffuse in tutto il mondo attraverso i mezzi di comunicazione.



“Oggi, la camorra conta circa 100 clan, più di quanti ce n’erano nel ’93. Ha circa 650 affiliati e 50 mila fiancheggiatori; colpisce, ogni anno, con estorsioni e rapine, più di 50 mila imprese; produce oltre 2,5 miliardi di danni al sistema produttivo; ha un fatturato di 18 miliardi di euro in tutta la Campania.”[18]


Questi dati fanno capire quanto sia difficile lottare contro la camorra. Esistono persone come Roberto Saviano e ci sono organizzazioni anti-camorristiche, per esempio “L’Osservatorio sulla camorra e sull’illegalità” che lo provano. Ma paradossalmente non vengono sostenuti e stimati.


“Se l'intimidazione dei clan era prevedibile, colpisce invece il disprezzo delle autorità locali, testimoniato dalle bordate di Rosa Russo Iervolino. Il sindaco partenopeo nel consegnare a Saviano il premio Siani lo ha definito "simbolo di quella Napoli che lui denuncia", offendendo sia l'autore, sia la memoria del giornalista ammazzato 21 anni fa.

Di fronte alla denuncia de 'L'espresso' su Napoli perduta, poi, il primo cittadino ha commentato: "Quello è un fissato strabico."[19]


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